martedì 10 settembre 2013

#00 INTRO: tutta colpa di Richard Lowenstein




Quando ho visto questo film per la prima volta avevo diciassette anni, ed ero una versione punk di un improbabile mix fra una bertuccia e Mariangela Fantozzi; una specie di anello mancante fra l'uomo e la scimmia.
Comunque, bando alle ciance, non è questo il punto.
Da quando ho visto i primi dieci minuti di "And he died with a falafel in his hand" m'è partito il pallino dell'Australia: sole, caldo soffocante, veranda di legno pitturato di bianco, un tizio che gioca a golf coi rospi e uno stendi panni usato per fare dei riti pagani in un giardino; è il posto che fa per me mi son detta.
Bene, ora che di anni ne ho ventiquattro (e nel mentre non sono più una scimmia, se vi può interessare ho scoperto l'uso della ceretta e delle pinzette) sono riuscita a trovare una valida scusa, anche detta "università, erasmus, exchange, ulisse, scambio internazionale" chiamiamolo un po' come ci pare, sempre di una scusa bella e buona si tratta, per fare le valigie, abbandonare temporaneamente Milano e planare qui a Brisbane.

Guardate "E morì con un falafel in mano", e poi si parte con un i racconti,

B.






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